Ancora non è nata e già rischia di perdere un pezzo pregiato del suo annunciato catalogo di semplificazioni. Il decreto legge sul lavoro varato dal Governo elimina l'obbligo di richiedere il Durc tramite il servizio Avcpass gestito dall'Autorità - che dopo tre proroghe dovrebbe entrare in vigore dal primo luglio - per verificare che le imprese non abbiano commesso violazioni gravi in materia di versamenti di contributi previdenziali e assistenziali.
La novità è contenuta nell'articolo 4, l'ultimo del provvedimento approvato ieri in Consiglio dei ministri. Il decreto contiene una nuova e decisiva semplificazione sul documento che certifica la regolarità contributiva delle imprese e che assume un ruolo centrale per gli operatori interessati a concorrere agli appalti pubblici. Senza Durc infatti è impossibile partecipare alle gare. Già con il decreto fare (Dl 69/2013) è stata estesa (da 90 a 120 giorni) la validità del certificato e ampliato il ventaglio delle varie fasi della procedura di appalto per cui è possibile far valere lo stesso documento. Ora arriva una nuova spallata: la dematerializzazione del certificato. Una novità di impatto maggiore per le stazioni appaltanti che per le imprese, visto che, in ossequio al principio di decertificazione, dal primo gennaio 2012 sono le stesse amministrazioni che devono verificare la veridicità delle dichiarazioni sostitutive rese dai privati, ai quali un soggetto pubblico non può più richiedere documenti in possesso di un'altra Pa.
Fatto sta che il decreto impone di sostituire il Durc con un semplice click. Un' interrogazione - da effettuare «con modalità esclusivamente telematiche e in tempo reale» - nelle banche dati di Inail, Inps e Casse edili sarà sufficiente per verificare la regolarità contributiva delle imprese. «L'esito dell'interrogazione - stabilisce il provvedimento - ha validità di 120 giorni dalla data di acquisizione e sostituisce ad ogni effetto il Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc), ovunque previsto».
La novità però non partirà da subito. Per rendere operativa la «smaterializzazione» del Durc serve un provvedimento attuativo, da varare entro 60 giorni da parte del ministero del Lavoro. Una volta pubblicato il decreto, e sostituito il Durc con click, cadrà anche l'obbligo di verificare la sussistenza del requisito di regolarità contributiva tramite la banca dati affidata all'Autorità di vigilanza. Il decreto lo mette nero sui bianco al comma 2 dell'articolo 4. E per non lasciare nulla al caso stabilisce che «dalla stessa data sono inoltre sono abrogate tutte le disposizione di legge incompatibili con i contenuti del presente articolo», tra cui rientrano per esempio le norme del codice appalti che prevedono la verifica dei requisiti delle imprese «esclusivamente» tramite l'Avcpass.
Legata all'approvazione del decreto attuativo c'è un'altra innovazione di rilievo, questa volta, sembrerebbe, a tutto vantaggio per le imprese. Il decreto varato dal governo prevede che «la verifica della regolarità in tempo reale riguarda i pagamenti scaduti sino all'ultimo giorno del secondo mese antecedente a quello in cui la verifica è effettuata». Al momento, secondo le convenzione con Inps «l'impresa si considera in regola quando ha versato i contributi e gli accantonamenti dovuti, compresi quelli relativi all'ultimo mese per il quale è scaduto l'obbligo di versamento». Insomma: tempo in più per le imprese per far fronte ai pagamenti.